Finestra sul Ticino
Internazionale e locale. Così l’Accademia di architettura dell’USI si è qualificata fin dalla sua nascita, venticinque anni fa. Una scuola di architettura aperta al mondo ma radicata sul suo terreno, curiosa, permeabile alle idee più innovative ma solidamente legata alla tradizione cui appartiene, sempre attenta alle dinamiche sociali e culturali del Ticino. Ne sono testimonianza le ricerche, i progetti, gli approfondimenti che in questi anni la scuola ha dedicato al territorio ticinese e che costantemente si rinnovano: una vera e propria officina di idee, analisi e proposte offerte a tutta la comunità, che vengono raccolte e sintetizzate in questa “Finestra sul Ticino”.
Tra industria e artigianato, Giubiasco è un luogo strategico nel Cantone Ticino, nodo di interscambio tra le linee ferroviarie che da Locarno e Lugano muovono verso Bellinzona e il Gottardo. L’inserimento di un edificio a vocazione educativa e culturale, come parte del concetto di campus diffuso legato dalla ferrovia, potrà svolgere un ruolo rilevante nello sviluppo della comunità.
Il corso si propone d’indagare le premesse e le ragioni che hanno determinato la fortuna critica internazionale dell’architettura ticinese. Le lezioni saranno articolate attorno a temi trasversali che porranno a confronto, situandole in un contesto più ampio, le esperienze dipanatesi in Ticino dal dopoguerra a oggi.
Nel semestre autunnale il lavoro dell’atelier è dedicato a Lugano, e in particolare al tema delle “palazzine” come tipologia edilizia. Nel semestre primaverile il programma dedicato al Ticino riguarderà la Valle di Muggio, realizzando un rilievo dei piccoli insediamenti abitativi che vi si trovano.
Atelier di progettazione
Jonathan Sergison,
Lugano e Valle di Muggio
Progettate da Roberto Bianconi negli anni Settanta del Novecento e poste sotto tutela dal 2010, le Case Terenzio vengono analizzate in questo “Quaderno” attraverso documenti, immagini e testimonianze.
Sulla base delle dinamiche insediative e di alcuni temi dell’espressione urbanistica e architettonica alpina, il corso pone in risalto i complessi rapporti che il territorio alpino e le sue componenti economiche e sociali hanno intessuto con il mondo urbano extra-alpino.
Progettata da Livio Vacchini e Aurelio Galfetti nei primi anni Settanta del Novecento, la Scuola media di Losone viene analizzata in questo “Quaderno” attraverso documenti, immagini e testimonianze.
L’obiettivo del corso è acquisire dimestichezza con gli strumenti di base della gestione contemporanea del territorio (e della città), attraverso la conoscenza delle istituzioni della pianificazione locale, regionale, nazionale e l’uso di strumenti di gestione di dati spaziali (GIS).
Negli anni accademici scorsi l’oggetto di studio è stato il Battistero di Riva San Vitale, l’edificio più antico conservato in Svizzera, oggetto di un importante restauro negli anni Cinquanta. Quest’anno, sempre a Riva San Vitale, il tema prescelto è il Tempio Della Croce: gli studenti, tramite indagini mirate sul campo, la consultazione dei materiali archivistici e il confronto in aula con esperti del settore, ne analizzano i restauri effettuati e lo stato attuale.
Il volume, curato da Michele Arnaboldi con Enrico Sassi e Francesco Rizzi, raccoglie una serie di contributi che illustrano il lavoro svolto in questi anni dal Laboratorio Ticino, struttura dell’Accademia di architettura dell’USI dedicata alla progettazione del territorio.
Attraverso l’analisi delle dinamiche artistiche e sociali che sottostanno alla gestione e alla direzione di un cantiere importante come quello del Duomo di Como, il volume ricostruisce l’attività di Tommaso Rodari, nativo di Maroggia, e della sua bottega.
I lavori di Diploma del 2020, concentrati su Ponte Chiasso, il valico di frontiera tra Chiasso e Como, hanno esaminato un territorio racchiuso in un cerchio di 3,5 km di raggio che comprende una varietà di situazioni e siti interessati dal confine, con le sue particolari implicazioni economiche e sociali, le sue infrastrutture e le differenze di valuta, valori, leggi e organizzazioni politiche.
Questa raccolta di studi, curata da Adriano Amendola e Jörg Zutter, indaga le opere e il contesto culturale di Giovanni Battista Mola e di suo figlio Pier Francesco, originari di Coldrerio ma attivi principalmente nella Roma del Seicento.