Jean Prouvé: la poetica dell'oggetto tecnico

Jean Prouvé: la poetica dell'oggetto tecnico
Jean Prouvé: la poetica dell'oggetto tecnico
Jean Prouvé: la poetica dell'oggetto tecnico
Jean Prouvé: la poetica dell'oggetto tecnico
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Jean Prouvé: la poetica dell'oggetto tecnico

Accademia di architettura

Data d'inizio: 23 Marzo 2010

Data di fine: 22 Aprile 2010

In concomitanza con l’inizio dei corsi, riprendono gli appuntamenti pubblici all’Accademia di architettura di Mendrisio (Università della Svizzera italiana). Giovedì 18 febbraio 2010 alle ore 19.30 l’apertura del ciclo viene celebrata con l’inaugurazione della mostra dedicata a Jean Prouvé, uno dei più grandi architetti e designer del XX secolo. L’esposizione Jean Prouvé. La poetica dell’oggetto tecnico sta facendo il giro del mondo e ora approda in Svizzera. È prodotta dal Vitra Design Museum di Weil am Rhein, Germania in collaborazione con il Design Museum Akihabara di Tokyo e il Deutsches Architektur Museum di Francoforte; i curatori sono i professori dell’Accademia di Mendrisio Bruno Reichlin e Franz Graf.

 

Nell’introduzione al catalogo della mostra, Reichlin scrive: “La fama sempre crescente di cui gode Prouvé non deriva da un oggetto icona, o da qualche straordinaria iniziativa capace di impressionare il pubblico più vasto: la poltrona Wassily di Breuer, l’“unità abitativa” di Le Corbusier, i prismi di acciaio e vetro creati da Mies van der Rohe. Non si può neppure dire che la visibilità di Prouvé sia il risultato di una sapiente gestione promozionale, di cui furono capaci Le Corbusier, Perret e molti altri, e neppure che derivi da un fenomeno di autoreferenzialità tipico di certi accoppiamenti celebri, tipo Gropius e Bauhaus. Se oggi l’opera di Prouvé suscita maggiore interesse, come appare da recenti cataloghi e mostre che gli rendono omaggio, lo si deve in gran parte a una rinnovata attenzione per tutto ciò che in architettura si fa rientrare alla rinfusa nel concetto di “tecnica”: può trattarsi sia dell’uso “innovativo” di materiali e tecniche derivati dalla produzione industriale “di punta”, sia di competitività dei costruttori, sia di forme che si richiamano all’immaginario tecnologico (per esempio il lato fantascientifico dei videogiochi), o ancora dei contenuti ideologici e valori morali veicolati da un simile immaginario”.

L’ispirazione di Jean Prouvé (1901-1984) nasce dalla sua straordinaria capacità di coniugare la creatività, lo spirito imprenditoriale e l’etica professionale. Prouvé riusciva a collegare l’artigianato all’industria, il design all’architettura e con ogni passo della sua carriera accresceva la somma delle sue esperienze: come fabbro dell’art déco, come fabbricante e costruttore di mobili e architetture, infine come insegnante altamente stimato, senza mai cercare la propria scrittura ma alla ricerca costante di risposte logiche alle funzioni auspicate e ai mezzi a disposizione. Proprio così si spiega l’espressione autentica e inequivocabile dei suoi lavori.

Jean Prouvé è una figura centrale del design del Novecento, oggi apprezzato come uno dei costruttori più innovativi nel campo dell’architettura e della fabbricazione di mobili. Mettendo a frutto le sue conoscenze di tecnica delle costruzioni, progettò con coerenza edifici leggeri e smontabili, dalle baracche ai grandi padiglioni, sistemi di facciate multifunzionali e mobili da comporre e scomporre, di estrema solidità. L’entusiasmo crescente per la tecnologia negli ultimi anni ha dato vita a un revival delle innovative invenzioni di Prouvé nella costruzione di edifici e di mobili funzionali, sobri e industriali, incrementandone il valore.

Come scrive ancora Bruno Reichlin: “l’opera di Prouvé e la sua cultura tecnica offrono l’opportunità di illuminare il pubblico – e noi stessi – sugli aspetti, le ragioni, i problemi e gli interrogativi, le passioni, o al contrario i lampi del pensiero, che complessivamente riguardano il nostro rapporto con la dimensione “tecnica” dell’oggetto costruito. Tutto quel che avrei voluto sapere su Jean Prouvé e la tecnica: ecco il tema proposto dagli autori, per la gioia della mente e dei sensi”.

L’esposizione a Mendrisio esce dalla Galleria espositiva per “invadere” la lobby di Palazzo Canavée. In mostra si possono ammirare oggetti di design e di arredo – sedie, poltrone, tavoli, scrivanie, banchi di scuola, letti e lampade –, tra cui un raro esemplare della poltrona reclinabile “Grand Repos” del 1930, in lamiere d’acciaio laccato e tela, diversi prototipi di sedie e lo scaffale realizzato nel 1952 per la Maison de la Tunisie (Casa della Tunisia) nella Cité universitaire de Paris.
Insieme ai mobili più significativi della carriera di Prouvé, tanti elementi architettonici, plastici, fotografie, disegni di alcuni dei suoi capolavori: la sua casa di Nancy, il Pavillon du centenaire de l’aluminium (Padiglione per il centenario dell’alluminio), la Maison des jours meilleurs (Casa dei giorni più felici) per l’Abbé Pierre, la Buvette di Évian.

La mostra presenta l’opera di Prouvé sotto le più svariate angolature, evidenziandone la poliedricità e il virtuosismo senza precedenti. Grazie all’ampio ventaglio di oggetti e progetti presenti, prevede più livelli di lettura così da suscitare sicuro interesse non solo fra gli addetti ai lavori, ma anche presso il vasto pubblico. L’esposizione, inoltre, si presta a essere visitata anche da bambini e ragazzi; i visitatori più giovani saranno senz’altro incuriositi dallo stile di Prouvé e dalla sua forza inventiva, trovandosi quasi a essere loro stessi degli esploratori, dei pionieri per assaporare il desiderio e l’entusiasmo della scoperta, proprio come Prouvé.

In occasione del vernissage, in programma giovedì 18 febbraio 2010 con inizio alle ore 19.30, la storica dell’architettura Catherine Coley dell’Ecole Nationale Supérieure d’Architecture de Nancy terrà una conferenza dal titolo Jean Prouvé, constructeur humaniste (Jean Prouvé, costruttore umanista). È prevista la traduzione simultanea della lezione dal francese all’italiano.
Oltre ai curatori, Bruno Reichlin e Franz Graf, saranno presenti Catherine Prouvé, figlia di Jean Prouvé, e Alexander von Vegesack, Direttore del Vitra Design Museum di Weil am Rhein.
L’inaugurazione si terrà presso l’Aula Magna dell’Accademia di architettura (pianterreno di Palazzo Canavée, Via Canavée 5, Mendrisio, Svizzera).
Al termine un aperitivo sarà offerto a tutti i presenti.

La mostra Jean Prouvé. La poetica dell’oggetto tecnico, a cura di Bruno Reichlin e Franz Graf, può essere visitata da venerdì 19 febbraio a venerdì 16 aprile 2010 presso la Galleria dell’Accademia e la lobby (pianterreno di Palazzo Canavée, Via Canavée 5, Mendrisio, Svizzera), dal martedì alla domenica dalle ore 13.00 alle 18.00. Sarà inoltre aperta lunedì 5 aprile 2010 (lunedì di Pasqua). L’ingresso è gratuito.

Catherine Coley è ricercatrice al Laboratoire d’Histoire de l’Architecture Contemporaine, Ecole Nationale Supérieure de Nancy e Direttrice degli Archives Modernes de L’Architecture Lorraine de Nancy. Dal 1986 fa parte di commissioni incaricate di promuovere manifestazioni concernenti l’architettura moderna e contemporanea, in maniera particolare viene interpellata in merito all’opera di Jean Prouvé. In questo senso, ha lavorato per mostre e pubblicazioni come Jean Prouvé constructeur (Centre Pompidou Paris, 1989-1990), diverse iniziative promosse per il centenario della nascita di Jean Prouvé (Paris, Nancy, 2001), nonché Jean Prouvé, la poétique de l’objet technique (Vitra Design Museum, 2004). Nel 2007 ha pubblicato il primo catalogo ragionato del mobilio creato da Jean Prouvé (edizioni Sonnabend Gallery New York/Galerie Patrick Seguin Paris).

 

Informazioni
Amanda Prada
Responsabile comunicazione e conferenze
Accademia di architettura di Mendrisio
tel. +41 58 666 58 69
[email protected]