Alle origini del museo. Nuovo progetto FNS all'Accademia di architettura

0622cda1da935448aee0772dedd52f13.jpg
b1ab06919d95e4080bf05100a8bd4d80.jpg

Servizio comunicazione istituzionale

24 Ottobre 2022

Prende l’avvio un nuovo progetto di ricerca dal titolo Visibility Reclaimed. Experiencing Rome’s First Public Museums (1733-1870). An Analysis of Public Audiences in a Transnational Perspective. Sostenuto dal Fondo nazionale svizzero, il progetto è diretto da Carla Mazzarelli, Professoressa titolare presso l’Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura dell'USI, Accademia di architettura. Si avvale della collaborazione di un’equipe di ricerca che include sia partner di progetto interni all’ISA (Christoph Frank e Daniela Mondini) sia importanti istituzioni museali e università internazionali, quali il Museo Nacional del Prado di Madrid (David García Cueto), la Durham University (Stefano Cracolici), l’Università Roma Tre (Giovanna Capitelli), l’Università degli Studi La Sapienza (Chiara Piva).

Si tratta del primo progetto di ricerca dell’USI nell’ambito degli studi della Museologia e Museografia e intende promuoverne il ruolo nella storia e teoria dell’architettura e dell’arte all’Accademia.

Come spiega Carla Mazzarelli, responsabile del progetto, “la ricerca muove da tre interrogativi di partenza: come veniva definito e percepito il museo pubblico alle sue origini, inteso come spazio architettonico in corso di definizione, ma anche come luogo di incontro e di esperienza condivisa? Quali e quanti pubblici accedevano ai primi musei pubblici? Quanti e quali pubblici erano esclusi?”. 

Le domande di ricerca pongono al centro della riflessione storica e critica sul museo l’"embodied encounter" che invita ad andare oltre la dimensione visiva che lo spazio espositivo presuppone e a sondarne anche caratteristiche ed esiti alla luce dell’esperienza materiale dello spazio museale e del collezionismo. Il museo in quanto “aperto” al pubblico richiede infatti, necessariamente, un progressivo sistema di disciplinamento del pubblico stesso: dispositivi di distanziamento, divieti, percorsi di visita obbligati influenzeranno in modo determinante i modelli architettonici e di allestimento ed esposizione dell’arte nel corso del XVIII e XIX secolo, fino all’età contemporanea.  

Partendo dal presupposto che il dialogo tra musei e pubblico prende avvio a Roma con la fondazione del Museo Capitolino nel 1733 e prosegue con il rinnovo e l’ampliamento dei musei in età napoleonica e nel corso dell’Ottocento, la ricerca intende studiare l'evoluzione dei primi musei pubblici di Roma in relazione alle diverse provenienze geografiche e alle categorie (sociali, culturali, di genere) del pubblico internazionale e cosmopolita che vi accedeva. Roma va intesa quindi anche come un laboratorio per il costituirsi del lungo dialogo (non privo di conflitti) tra istituzioni culturali, musei e pubblico nel corso dell’età moderna.

Il progetto pone al centro della ricerca un corpus di fonti primarie, per lo più inedite, fra le quali le richieste e i permessi concessi per accedere ai musei, le richieste di copia, studio o rilievo dei monumenti antichi, nonché i libri dei visitatori.

Il confronto con metodologie critiche che hanno sottolineato l'importanza della mobilità rispetto ai paradigmi "nazionali" e che hanno fornito una geografia artistica dinamica di Roma nel XVIII e XIX secolo si pone a fondamento delle riflessioni del progetto e si presta a una prospettiva transnazionale e comparativa con altre geografie. 

La professoressa Carla Mazzarelli spiega che “il progetto è maturato nell’ambito di collaborazioni già attive nell’ISA e ha una vocazione interdisciplinare che include oltre alla storia dell’architettura e dell’arte anche la storia delle istituzioni culturali, le scienze sociali, la storia della letteratura, l'antropologia e la cultura materiale, la storia dell'economia e dei consumi culturali”.

Tale vocazione si rispecchia nella collaborazione consolidata di Carla Mazzarelli anche con l’Istituto di studi italiani (Facoltà di comunicazione, cultura e società) e nella composizione dell’équipe di ricerca che si avvarrà anche della consulenza di un Advisory Board internazionale che include alcuni dei massimi specialisti in Europa e negli Stati Uniti nell’ambito della storia e teoria del Museo.

Carla Mazzarelli sottolinea infine che “la collocazione del progetto di ricerca all'interno dell'Accademia architettura consentirà di porre in costante dialogo le riflessioni storico-critiche della ricerca con il ruolo del museo oggi, nel territorio e non solo, con il dibattito teorico e la sua progettazione in relazione ai pubblici e alla società coeva e a tematiche al centro del dibattito contemporaneo quali l’accessibilità, l’inclusività e la sostenibilità. Sondandone i presupposti storici, teorici e culturali, la ricerca intende così contribuire anche alla discussione sulle prospettive, nell'era digitale e (post)pandemica, di una riscoperta dell’esperienza materiale dello spazio museale”.