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Al cinema con Marco Müller: "Vincere" di Marco Bellocchio - sarà presente Marco Dentici, production designer

Accademia di architettura

Data d'inizio: 3 Novembre 2010

Data di fine: 3 Dicembre 2010

Il Production Design contemporaneo: la "Seconda Scuola" di Cinecittà 

Prende avvio all'Accademia di architettura di Mendrisio (Università della Svizzera italiana) il ciclo di incontri pubblici promossi da Marco Müller con alcuni tra i più celebri production designers italiani. I cineasti invitati parleranno delle proprie esperienze dialogando con Müller e rispondendo alle domande dei partecipanti. I racconti saranno accompagnati dalla proiezione dei bozzetti preparatori e dagli estratti dei film discussi.

Si inizia con MARCO DENTICI (giovedì 4 novembre 2010) per proseguire con ANDREA CRISANTI (giovedì 11 novembre), MARCO BELLOCCHIO, regista, sceneggiatore e produttore, e FRANCESCA CALVELLI, montatrice (lunedì 6 dicembre), per concludere con il premio Oscar DANTE FERRETTI, production designer, accompagnato da FRANCESCA LO SCHIAVO, set decorator (giovedì 9 dicembre).

Marco Dentici introdurrà la proiezione di Vincere (2009) mercoledì 3 novembre 2010 alle ore 20.30, e sarà protagonista di un incontro con il pubblico giovedì 4 novembre alle ore 20.30 durante il quale presenterà la sua opera mostrando in esclusiva i bozzetti preparatori e raccontando i processi creativi che hanno portato alla realizzazione dei film. Assieme a Marco Müller ripercorrerà la sua carriera e dialogherà con il pubblico in sala.

VINCERE
di Marco Bellocchio, Italia/Francia 2009
scenografia: Marco Dentici
costumi: Sergio Ballo
fotografia: Daniele Ciprì
montaggio: Francesca Calvelli
arredatrice: Laura Casalini
interpreti: Giovanna Mezzogiorno, Filippo Timi, Corrado Invernizzi, Michela Cescon, Pier Giorgio Bellocchio
durata 128'

Il film sarà presentato dal production designer Marco Dentici.

Nella vita di Mussolini c'è uno scandalo segreto: una moglie e un figlio - concepito, riconosciuto e poi negato. Mussolini è alla direzione dell'Avanti quando incontra Ida Dalser a Milano. Antimonarchico e anticlericale, Mussolini è un ardente agitatore socialista. Per lui, per finanziare la fondazione del Popolo d'Italia, il giornale che diventerà il nucleo del futuro Partito Fascista, Ida Dalser vende tutto: appartamento, salone di bellezza, mobilio, gioielli. Allo scoppio della guerra Mussolini si arruola e scompare dalla vita della donna. Ida lo rivedrà in un ospedale militare, immobilizzato e accudito da Rachele, appena sposata con rito civile. Dopo la Marcia su Roma, Ida diviene allora un personaggio scomodo, una donna che grida la sua verità - e continuerà a farlo fino alla fine, nonostante il disegno del regime di distruggere ogni traccia che la colleghi al Duce. Per il governo fascista Ida Dalser è una minaccia, una donna da rinchiudere in un ospedale psichiatrico, lontano dal figlio, dalla famiglia, dalla gente, dove tuttavia, incapace di sbiadire nell'ombra e forse salvarsi, continua a rivendicare il suo ruolo di moglie legittima del Duce e madre del suo primo figlio maschio, Benito Albino Mussolini. Disconosciuta, sorvegliata, pedinata, non si arrende, protestando la sua verità, scrivendo lettere a chiunque: alle autorità, ai giornali, al Papa. Rinchiusa in manicomio lei e in un istituto il bambino, ne uscirà solo dopo undici anni di torture e costrizioni fisiche. E mai più rivedrà suo figlio: anche a lui toccherà la stessa disperata sorte di esistenza cancellata.

Vincere è uno dei migliori film italiani degli ultimi anni, per la potenza espressiva e l'ambiziosa, riuscitissima costruzione che volge in forma di "cantata visiva" l'intensità dolorosa della storia. Le scene di Marco Dentici (dalla rivisitazione delle architetture futuriste alla pienezza del segno di stile espressionista) e i costumi precisi ma inventivi di Sergio Ballo, perfettamente serviti dalla fotografia di Daniele Ciprì, fatta di contrasti primari e poche fonti luminose, riescono a disegnare la realtà di tre decenni, una realtà deformata dal fascismo.

"Marco Dentici ha fatto un lavoro enorme di adattamento dei luoghi reali. A Torino ci siamo trovati benissimo, è come una seconda Cinecittà - anche se non è rimasto niente di com'era l'Italia cent'anni fa. Abbiamo dovuto cercare degli angoli preservati. Oppure degli ambienti da modificare, rielaborare. Cambiare loro il segno, quando li sapevamo già utilizzati in altri film: come il manicomio di Collegno, dove Giuliano Montaldo aveva ricreato la Russia dostojevskijana de I demoni di Pietroburgo. Abbiamo dovuto trovare degli spazi e modificarli profondamente. Per il manicomio di Pergine, dove restavano solo i muri, Dentici ha allora risistemato la parte più moderna e trasformata in ospizio per anziani. Abbiamo dovuto spesso improvvisare, lavorando il più delle volte molto in fretta" (Marco Bellocchio).

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Marco Dentici
Production designer

Nato a Galati Marina, Messina, nel 1947, studia all'Istituto Statale d'Arte di Messina e all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove si diploma nel 1969. Inizia la sua carriera come pittore, ma ben presto le esperienze nel mondo del teatro e della televisione prendono il sopravvento e dal 1971 si trasferisce a Roma dove lavora prima come arredatore, poi come scenografo e infine diventa un production designer.

Ha firmato moltissime scenografie, spaziando dal cinema popolare alle opere d'autore, in un continuo movimento tra cinema, teatro e televisione. È stato ed è tuttora il production designer di riferimento di molti grandi artisti e registi che spesso ritornano a cercare la sua collaborazione anche per progetti diversissimi tra loro.

Con Sergio Corbucci collabora già in qualità di arredatore e come scenografo architetterà moltissimi dei suoi film e commedie degli anni '70 e '80 tra cui citiamo Giallo Napoletano con Marcello Mastroianni, Ornella Muti e Renato Pozzetto, Pari e Dispari, Poliziotto Superpiù, Chi trova un amico trova un tesoro con Bud Spencer e Terence Hill, Mi faccio la barca con Christian de Sica e Johnny Dorelli, Il Conte Tacchia con Enrico Montesano e Vittorio Gassman, Sing-Sing con Adriano Celentano, Sono un fenomeno paranormale con Alberto Sordi e Rimini Rimini, I giorni del Commissario Ambrosio con Ugo Tognazzi.
Per Francesco Maselli progetta, tra le altre, anche le scenografie di Storia d'amore con Valeria Golino, Codice privato con Ornella Muti, Il segreto e L'alba con Nastassja Kinski, Cronache del terzo millennio e più recentemente Le ombre rosse.

È lo scenografo di riferimento di Alberto Sordi per gli ultimi film che dirige: Un tassinaro a New York, Assolto per aver commesso il fatto, Nestore l'ultima corsa, Incontri proibiti.

Anche con Marco Bellocchio instaura una lunga e proficua collaborazione che porta alla luce pellicole come: La balia, L'ora di religione, Buongiorno notte, Il regista di matrimoni e di recente Vincere per le cui scenografie ha ricevuto il Premio David di Donatello nel 2010.

La sua sensibilità e versatilità nell'approccio a progetti e visioni molto diverse lo porta a essere ricercato dagli autori che desiderano una forte impronta visiva per le loro opere. Tra gli altri grandi con cui ha lavorato ricordiamo anche Claude Chabrol, Gabriele Salvatores e Giovanni Veronesi.

La proiezione del 3 e l'incontro del 4 novembre 2010 si svolgeranno nell'Aula Magna dell'Accademia di architettura, al pianterreno di Palazzo Canavée (Via Canavée 5, Mendrisio, Svizzera). Entrambi gli appuntamenti sono aperti al pubblico e gratuiti.

Press Office
Amanda Prada
Responsabile comunicazione e conferenze
Accademia di architettura di Mendrisio
T +41 (0)58 666 58 69
[email protected]